Saturday, June 27, 2015

SAFE interview

di marcs77 / foto Safe

Negli anni '90 all'interno dello straight edge punk hardcore vede la luce del sole un nuovo “sottogenere” che abbraccia la fede, filosofie, consapevolezze e pratiche spirituali legate alle tradizioni della cultura religiosa Induista ed alla devozione a Krishna. Questo stile musicale e di vita, è battezzato Krishna-core, ed ha come iniziatori e principali portabandiera, due combo con base a New York city, gli Shelter (band fondata da Ray Cappo dei seminali Youth Of Today) e i 108 (ci suona Vic DiCara ex Inside Out e la moglie di Steve Reddy). Nell'arco di breve periodo di tempo il genere inizia a raccogliere un numero maggiore di adepti e followers e dalla scena, sia a livello locale che internazionale, emergono nuove bands alcune delle quali pubblicheranno i propri dischi su Equal Vision, etichetta di Albany, NY, fondata nel '91 da Ray e Steve reddy (roadie degli YOT) per produrre gli albums della sua band e di altri gruppi, affini al messaggio e impegnati promotori del cammino spirituale ispirato da Krishna.
Qualche tempo fa, tramite un post su facebook, ho scoperto che anche a Milano, intorno alla metà degli anni '90, hanno fatto parlare di se due gruppi del filone, formati da frequentatori del centro culturale Govinda, che si chiamavano, GHCP (Govinda hardcore project, presenti nella band membri dei Sottopressione) autori di un apprezzato demo e un EP “Il Meglio Dei Due Mondi” e Shaa, che fanno uscire un'interessante demo e un vinile 7” intitolato “Meditazione” -registrazioni di entrambe i gruppi sono ascoltabili su youtube.
I SAFE, la band che abbiamo appena intervistato, nasce negli anni duemila,

sempre dallo stesso sottobosco milanese, e lo scorso anno ha registrato un nuovo EP/MCD “Ride A New Season” con lo scopo di produrre sia nuova musica che di consolidare una line-up che gli consentirà finalmente di affrontare impegni live sinora mancanti nel loro curriculum.
Dario (Dharmavit das - voce) si è reso disponibile a rispondere alle nostre domande sul loro nuovo lavoro, il suo gruppo ed altre cose che voglio credere troverete sicuramente interessanti.

gan: Ciao Dario, come primissima cosa ti chiedo di introdurre i SAFE ed offrirci qualche informazione interessante in merito alla vostra storia sino ad oggi.

I Safe nascono nel 2004 da una precisa volontà mia e di Marco (bassista) perchè volevamo mettere in piedi un progetto con precisi connotati, ovvero musica che abbracciasse hardcore, punk rock e alternative rock con un messaggio spirituale.
In poco tempo abbiamo scritto alcune songs che hanno visto la luce nel debutto intitolato "Make a move" e subito dopo abbiamo sfruttato la vena creativa gettando le basi per il full length che uscì due anni dopo dal titolo "Not Alone". Safe in realtà, sino ad un anno fa circa, è stato un side project da studio, ma dopo aver sciolto le ri
spettive bands di provenienza abbiamo deciso di farlo diventare un progetto definitivo. In altri termini è la nostra band fissa adesso. Un anno fa è uscito il terzo lavoro dal titolo "Ride A New Season" che sanciva la nostra entrata ufficiale anche come live band.

gan: Cosa rappresenta per voi questo nuovo album e come è stato accolto dai kids e da quelli che hanno avuto l'occasione di ascoltarlo?

Il nuovo lavoro rispecchia in modo totale quelle che sono sempre state le intenzioni della band, e quindi poter proporre pezzi eterogenei musicalmente ma con un filo conduttore preciso. "Ride A New Season" ha ricevuto sin da subito ottime recensioni e consensi in Europa anche grazie ad una buona distribuzione. Nel vecchio continente il disco è uscito con sei pezzi su Youth Crew Records e Beyond This World Records, mentre per il Sud America il disco è stato stampato dalla Vegan Records e sono presenti in totale dieci pezzi, quattro dei quali presi dal precedente "Not Alone" uscito nel 2007. Siamo molto contenti del riscontro avuto anche laggiù, e ne sono testimonianza i numerosi cd e il merchandise venduto.

gan: Il titolo sembra suggerire un'associazione al concetto di rinascita (spirituale, un nuovo inizio...). Puoi spiegarci come è nato questo titolo e più in generale parlare dei temi e argomenti da voi trattati nei testi?

E' proprio così! Ci serviva un titolo emblematico, che esprimesse tutta la nostra voglia di tornare e di farlo con entusiasmo e pieni di energia. Le tematiche affrontate nel disco sono uno spaccato del mio vissuto quotidiano. Ci sono riferimenti all'introspezione, alla mia spiritualità che ora, a più di quarant'anni, vivo in modo più intimo e maturo. Non mancano alcune prese di posizione rivolte a chi, in modo ignorante e per certi versi goffo, pensa che denigrare oppure offendere una visione spirituale o una tradizione possa elevare a chissà quale status di intelligenza e di libertà... In ogni caso nel nuovo disco c'è ampio spazio dedicato ai buoni sentimenti e a quelle situazioni che danno un senso profondo alla nostra esistenza. Non cerco consensi, non mi interessa. Esprimo quel che vedo, percepisco e sento in profondità.

gan: Leggendo i credits nel libretto del CD vedo che il disco è stato registrato praticamente come un duo dove voci, chitarra, basso sono state fatte da te e Marco mentre le parti di batteria sono state suonate da un vostro amico. Poi so che avete accolto nuovi elementi in modo di poter suonare finalmente dal vivo. Qual'è la line-up attuale?


Così come nei precedenti due lavori, anche "Ride a new season" vede la collaborazione di amici che ci hanno dato una mano per realizzarlo al meglio. Subito dopo le registrazioni e l'uscita europea del disco abbiamo trovato un assetto temporaneo per poter effettuare i primi shows e nel frattempo abbiamo inciso due nuovi brani che sono finiti sulla compilation "Something Higher, Hard To The Soul", accanto ad altre bands europee e statunitensi. Oggi, finalmente, abbiamo una line-up definitiva a quattro con l'arrivo di Matt alla batteria (già con me nei Fumbles In Life) e di Chris alla chitarra. Non potevamo chiedere e ottenere di meglio. Ringrazio di cuore chi precedentemente ci ha aiutato in sede di registrazione.

gan: Dario, immagino tu, come la grossa maggioranza degli italiani, sei stato battezzato secondo il rito cattolico. Come sei entrato in contatto con la religione Induista, diventato devoto a Krishna ed in seguito proseguito il tuo cammino di crescita spirituale?
Cosa cercavi in quel momento particolare della tua vita e come la tua vita è cambiata una volta intrapreso questo cammino?

Mi sono interessato alla cultura vedica e precisamente alla coscienza di Krishna dopo aver letto un paio di libri di Bhaktivedanta Swami Prabhupada nell'estate del 1992, una raccolta di interviste con le domande cruciali che chiunque avrebbe voluto rivolgergli se ne avesse avuto la possibilità e il desiderio. Ho una zia paterna che è in coscienza di Krishna sin dagli anni settanta, ma non presi troppo in considerazione i suoi consigli, finché non mi accorsi che alcune immagini e nomi che apparivano nei dischi che più ascoltavo a fine anni ottanta ed inizio novanta non mi erano così sconosciuti! Tutto è nato così, e da quel momento ne volevo sapere sempre di più e mi recai al centro culturale "Govinda" di Milano. Conobbi tanti bravi devoti e cominciai a gustare la famosa cucina dei devoti di Kishna. Frequentai assiduamente il centro e passai alcuni periodi, specie quelli estivi, all'interno dei templi sparsi in Italia. Incontrai il mio maestro spirituale nel 1998, S.G. Matsyavatara Prabhu, discepolo a sua volta di Srila Prabhupada, e dieci anni fa mi diede la mia prima iniziazione spirituale col nome 'Dharmavit' (che traduce "Colui che conosce il dharma"). La coscienza di Krishna è un punto essenziale della mia vita, così come lo studio dei testi vedici e per quanto possibile l'associazione con i devoti che conosco da tanti anni. I devoti sono davvero preziosi e speciali.

gan: La maggior parte delle religioni sono fondate su componenti di spiritualità, pratiche spirituali, dogmi e momenti dediti al servizio. Secondo te qualcuno di questi aspetti è più importante o prevalente sugli altri? Questi elementi sono veramente indispensabili per vivere la religione o un cammino di fede al massimo?

Il rito è un aspetto importante, così come lo sono quello della pratica spirituale quotidiana e del servizio che si rende spontaneamente nei templi e seguendo le istruzioni del proprio maestro spirituale. Tutto ciò rende la vita del devoto alquanto in linea con quello che insegnava Srila Prabhupada e i maestri che lo hanno preceduto. Seguire alcuni principi è fondamentale per non sconfinare in un "fai da te" che poi non avrebbe più tanta attinenza alla tradizione e porterebbe solo a generare confusione. La confusione disturba. Io parlo apertamente, laddove me lo si chiede, di quello che è la tradizione che seguo e di cui faccio parte. Ma penso che sia così per tutte le altre sincere tradizioni spirituali.
In definitiva penso che il proprio rapporto con il Divino lo si debba ricercare giorno dopo giorno. Solo sperimentandolo in modo aperto e senza pregiudizio si riesce a comprendere. Poi, una volta sperimentato, si hanno elementi per poter decidere se continuare oppure no. la conoscenza è fondamentale. Si nasce e si muore soli, questo è un dato di fatto. Il nostro rapporto con Dio diventa determinante. Se uno non crede non ha grossa importanza, non dipende da chi crede o non crede l'esistenza di Krishna, del karma, del dharma...

gan: Come accennavi prima “Ride A New Season” è uscito su Youth Crew Records, l'etichetta che hai fondato e porti avanti ormai da molti anni. Hai novità da condividere su questo fronte? Nuove uscite in programma a breve?

Come dicevo prima l'ultimo lavoro dei Safe è uscito in Europa per la mia etichetta con l'importante lavoro e supporto della BTW Records di Atene. E' da poco uscita la compilation "Something Higher, Hard To The Soul" con brani inediti di Echoes (ex Birds Of A Feather), Foose, Lifeline, Seven Daggers (ex Waterfront), Traces Of You, Safe, Constrict, Through Jaded Eyes e Las Palabras Queman. Questa è l'uscita numero venti del catalogo YCR. Ma già a settembre annuncerò una nuova uscita, penso un complete discography di una band storica!.

gan: Come vedi l'attuale scena hardcore punk milanese e più in generale quella italiana?

Per motivi legati ad alcune imprescindibili priorità, vado poco agli shows. Ma quando posso vado volentieri, specie se suona qualche band di amici o naturalmente se devo suonare io... Un cenno particolare vorrei farlo sicuramente ai Traces Of You, una band di amici fraterni che è cresciuta incredibilmente negli ultimi tre anni. I loro dischi sprigionano potenza e genuinità, così come i loro shows. Nomino sempre con grande piacere i Set Me Free del mio amico fraterno Stizzo tattoo, i Maze, gli Zheros. La situazione italiana non la conosco a fondo, ma so per certo che ci sono nuove leve che stanno alimentando non poco il tutto con shows ed eventi davvero belli.

gan: Dario, ti ringrazio per il tempo che hai dedicato a rispondere alle nostre domande. Voi aggiungere qualcosa per chiudere quest'intervista?

Ringrazio innanzi tutto te e ne approfitto per salutare i tanti amici che ho incontrato lungo tutti questi venticinque anni, amici coi quali ho condiviso momenti bellissimi ed esilaranti allo stesso tempo grazie alla passione sfrenata per la musica.

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